CMR Fisioteramia e medicina manuale a Bologna


Il Centro di Fisioterapia Medicina Riabilitativa apre a Bologna nel 2011 come primo centro di medicina manuale a Bologna, puntando su un connubio scientifico: le metodiche manuali più efficaci e sicure e i più sofisticati e moderni macchinari di terapia fisica.

Cos’è la medicina manuale?

La Medicina Manuale (in mani esperte) è un trattamento senza alcun rischio. La Medicina Manuale è il trattamento con la più alta percentuale di efficacia, circa il 94% (spesso più efficace di un intervento chirurgico).

Queste le patologie dove la medicina manuale risulta essere efficace nel 90-95% dei casi come testimoniano gli 8.000 pazienti trattati nei nostri centri.

Fisioterapia medicina manuale per le seguenti patologie

–  Ernie del disco e discopati
–  Scoliosi e cifosi
–  Sindromi Posturali
–  Stenosi del canale vertebrale
–  Spondilolisi e Spondilolistesi

–  Artrosi del rachide
–  Esiti di traumi distorsivi, ginocchia  e caviglia
–  Cefalee e Vertigini

– Lesioni nervose periferiche
– Osteoporosi del rachide
–  Esiti di interventi chirurgici sulla colonna vertebrale
–  Spalle dolenti, congelate
–  Pubalgia e tendinite
–  Tunnel Carpale
–  Artrosi dell`Anca e delle ginocchia
–  Lesioni muscolari, stiramenti
–  Lesioni nervose centrali

Medicina/terapia manuale

È previsto in genere un ciclo di 6-7 sedute a frequenza settimanale o bisettimanale della durata per ogni seduta di circa un ora. A volte già dalle prime sedute ci può essere un effetto risolutore. Dopo le prime sedute spesso si può avere una reazione locale nella parte trattata con la comparsa di ecchimosi che testimoniano una buona risposta al trattamento e che scompaiono nel giro di qualche giorno. Non ci sono reazioni o effetti collaterali generali.
La Medicina Manuale può essere praticata dai 2 ai 100 anni anche nei pazienti cardiopatici, nei portatori di pacemaker, nei soggetti ipertesi e può essere praticata anche nella fase acuta della malattia (tipo lombalgia acuta, spalla dolorosa, lesione muscolare, ecc.). Ci sono alcune controindicazioni ma devono essere valutate caso per caso da colui che pratica la terapia manuale. “Più si è esperti più le controindicazioni diminuiscono”.

In genere i cicli di medicina manuale vanno ripetuti una o due volte all’anno poiché tutte le patologie che trattiamo con la medicina manuale sono malattie croniche e progressive che vanno seguite nel tempo. Esperienza personale: in più di 7.000 casi trattati ho avuto in media circa il 94% di efficacia; il 6% non è guarito. Finora non ho mai avuto nessun effetto collaterale o alcun peggioramento della patologia. È questa la cosa bella della terapia manuale: è l’arma più efficace che abbiamo e (in mano esperte) la più sicura che esiste!!! E i risultati sono ogni giorno più sbalorditivi!!!!

La mia esperienza professionale a cura del Dott. Giuseppe Canonaco – Medico Chirurgo La mia esperienza professionale, mi ha condotto alla riflessione e poi alla stesura dei casi trattati che elencherò nello specifico:

Paziente affetto da Lombosciatalgia:

Si reca dal medico generico, che gli prescrive FANS e miorilassanti. Nei giorni successivi il paziente non avendo riscontrato nessun beneficio clinico e sempre dolorante, si reca nuovamente dal medico generico, il quale gli prescrive esami specialistici (la radiografia). L`RX prescritto risulta inadatto per inquadrare la diagnosi, pertanto gli viene consigliato un`ulteriore esame (TAC o Risonanza Magnetica) e dopo 30 giorni finalmente il risultato diagnostico “Ernia del disco”.

Il paziente stanco dalla tempistica degli eventi e sempre dolorante si rivolge al neurochirurgo che gli propone un intervento dopo 30 giorni e riposo a seguire per almeno due mesi.

Il neurochirurgo al controllo si ritiene soddisfatto, in quanto la cicatrice operatoria è normale, i segni di irritazione radicolare si sono notevolmente attenuati, ma il paziente continua a camminare male, fa fatica a salire e scendere le scale, è impossibilitato a chinarsi in avanti e non riesce ad allacciare le scarpe.

L`operazione è perfettamente riuscita, ma la qualità di vita del paziente non è migliorata, questo perché nessun medico gli ha consigliato una visita fisiatrica e cure riabilitative (la nostra percentuale di successo è del 97% dei casi trattati) che avrebbe sicuramente evitato l`intervento chirurgico.

Al restante 3% che gli abbiamo consigliato di sottoporsi a chirurgia invasiva, ha risolto con le cure fisioterapiche ai danni funzionali provocati da mesi di sciatica, atteggiamenti antalgici e di perdita di forza muscolare.

Paziente giovane ed atleta: durante gli allenamenti avverte un trauma distorsivo al ginocchio destro.

Il massaggiatore sportivo della squadra consiglia impacchi di ghiaccio e riposo per almeno due giorni. Visto il persistere della sintomatologia dolorosa ed impotenza funzionale, l`atleta si rivolge ad un medico generico che gli prescrive FANS ed una Radiografia che risulta negativa per danni ossei.

La terapia antalgica non porta a nessun beneficio clinico e il medico generico consiglia all`atleta di consultare uno specialista. L`ortopedico chiamato in causa prescrive una Risonanza Magnetica. Decorso il tempo tecnico di prenotazione, effettuazione e referto (30 giorni), si conosce il risultato clinico: “Sospetta meniscopatia”; a tal proposito l`ortopedico consiglia la soluzione chirurgica dopo due settimane e decorso post-operatorio di tre settimane.

Lo specialista al controllo conferma il buon esito dell`intervento chirurgico e lo dimette consigliando: “una ripresa della attività fisica”, ma il paziente continua ad avvertire disturbi al ginocchio e non riesce a correre. Il caso descritto presenta due soluzioni: la prima è quella di evitare la chirurgia e consigliare una fisioterapia composta da rinforzo muscolare e terapia manuale.

La seconda possibilità è quella di associare dopo l`intervento chirurgico (nei casi in cui non è possibile evitarlo) un`intensa riabilitazione funzionale e rieducazione globale per consentire un’immediata ripresa funzionale dell`atleta.

Paziente di 50 anni: accusa dolore alla spalla dx, con dolenzia ai movimenti ed a riposo.

La mobilità della spalla si è progressivamente ridotta con l`aggravarsi del dolore. Il medicogenerico consiglia, in primis, FANS e Radiografia, successivamente visita ortopedica.

Lo specialista consiglia una ecografia, che evidenzia una periartrite con calcificazione della cuffia dei rotatori, successivamente il paziente effettua, su consiglio ortopedico, un ciclo di infiltrazioni di cortisone, TENS e ginnastica che il paziente non riesce ad eseguire in quanto l`articolazione scapolo-omerale risulta dolente e bloccata.

Visto l`insuccesso della terapia l`ortopedico consiglia l`intervento chirurgico della cuffia dei rotatori.
Quale iter si sarebbe dovuto seguire? Un dolore alla spalla richiede una tempestiva diagnosi clinica supportata da esami radiologici (RX ed ecografia).

Inquadrata la diagnosi di “Periartrite calcifica” meglio definita come “Sindrome scapolo-omerale con calcificazioni” si consiglia al paziente un ciclo di Medicina Manuale (7-8 sedute) per eliminare il dolore e contemporaneamente, dopo le prime sedute, una rieducazione passiva (mobilizzazione articolare della scapola-omerale e dell`articolazione scapolo-toracica), ed una rieducazione attiva contro resistenza per ottenere un potenziamento rapido dei muscoli e del cingolo scapolare, del braccio al fine di evitare l`intervento chirurgico, che richiederebbe una riabilitazione post-operatoria molto lunga e difficile.

Pertanto cosa non bisogna fare? Considerare solo l`organo ammalato o preoccuparsi soltanto dei sintomi riferiti dal paziente?
Non praticare una terapia sintomatica, ma ricercare la causa dei sintomi. Guidereste un`auto senza alcuna apparecchiatura che vi informi della velocità, della quantità di carburante ancora a bordo ecc..? II dolore è un “Bio-Feed-Back” indispensabile per la nostra vita e la Salute è il silenzio del corpo.

a cura del Dott. Giuseppe Canonaco