Medicina manuale: di cosa si tratta e quali sono i suoi campi di applicazione

Sulle origini della moderna medicina manuale si potrebbero versare fiumi di inchiostro, visto che essa risale, intesa come pratica di manualità a fini terapeutici, a secoli e secoli fa.
Questa pratica oggi è considerata la migliore alleata di tutti i settori della medicina applicata a patologie e traumi di natura muscolo-scheletrica e non solo.
Anche la chirurgia ne trae certo beneficio, visto che la riabilitazione basata sulla manualità consente di accelerare i tempi di guarigione e confermare la bontà dell’intervento.

Benefici connessi ai trattamenti di medicina manuale

Certamente, il carattere non invasivo, innocuo e indolore della medicina manuale è uno degli aspetti che ne fa una pratica consigliata anche, ed in prima battuta, dai medici generici chiamati a prescriverne delle sedute nei casi in cui vi siano alterazioni del corretto funzionamento muscolo-scheletrico, sempre che non si tratti di casi gravi che richiedono il ricorso immediato alla chirurgia.
La medicina manuale è accolta altresì dai pazienti senza timori e resistenze, trattandosi di una pratica con zero rischi e zero effetti collaterali.
Di norma bastano già poche sedute intervallate nell’arco di almeno 3 settimane per riscontrare i primi buoni risultati.

La medicina manuale riduce il dolore e il disagio, migliora l’articolarità e la funzionalità ma non senza il coinvolgimento del paziente, che è chiamato a collaborare attivamente.
La soluzione terapeutica non prevede l’uso di elementi chimici, sostanze medicali o interventi chirurgici, né fa ricorso a niente che possa comunque alterare la funzionalità dell’organismo.
I benefici derivano dallo scioglimento, di natura biomeccanica e neurofisiologica della parte bloccata o alterata nel suo regolare funzionamento dalla sopravvenuta presenza di una patologia.

L’ampiezza del range articolare effetto dei trattamenti di medicina manuale consente il miglioramento del movimento con conseguente guadagno funzionale del paziente. Seguendo delle precise e rigide regole il terapeuta esperto in medicina manuale sa come evitare la riacutizzazione del dolore. I trattamenti tipici di questa pratica si collocano in maniera perfetta a metà strada tra il trattamento medico convenzionale e il trattamento chirurgico. Entrambe prevedono controindicazioni che invece la medicina manuale non ha.

È questo a fare la differenza e distinguere la medicina manuale da altri settori medicali.
L’approccio manipolativo dolce, tipico di questa pratica, ne rende inoltre possibile l’utilizzo in sicurezza anche in pazienti fragili, quali gli anziani o i soggetti affetti da patologie invalidanti.

Campi di applicazione

Campo di applicazione della medicina manuale non è unicamente il sistema muscolo-scheletrico, pur essendo naturalmente quello in prima battuta e in via diretta coinvolto.

Questa interessa infatti anche tutto ciò che può essere classificato come patologia funzionale o disfunzionale di un organo/apparato.
Rientrano quindi nei campi di intervento, indiretti, della medicina manuale patologie quali: sindrome del colon irritabile, dispepsie di non chiara origine, alcuni tipi di ipertensione essenziale, determinati disturbi cardiaci non gravi, sindromi ansioso-depressive, problemi respiratori senza causa apparente.

Come si vede, l’alveo di intervento è molto ampio, potendosi ritenere esclusi da esso in realtà solo tre campi: quello delle patologie dermatologiche, quello infettivo e quello oncologico-degenerativo.
I campi di applicazione sono, come si vede, tutti quelli interessati dal dolore, che viene attutito o del tutto eliminato, in base al tipo di problema accusato e alla gravità della patologia.

Recupero funzionale della medicina manuale: da cosa dipende

È bene chiarire un concetto molto importante, spesso ignorato da chi non conosce a fondo la medicina manuale: il recupero delle funzionalità della parte del corpo interessata dalla problematica ha luogo per effetto della risposta neurofisiologica dell’organismo ai relativi trattamenti effettuati.
Quindi, il tutto si verifica seguendo meccanismi naturali ed organici, non meccanici.

A questi ultimi si fa ricorso solo quando necessari per la riduzione di una preesistente sublussazione o lussazione articolare. L’azione analgesica della medicina manuale non è indotta dall’uso di farmaci ma è quindi principalmente riflessa, al pari di altre terapie fisiche come la massoterapia, ma più efficace perché mirata ad intervenire proprio sulla parte del corpo interessata dal dolore. La parte interessata dalla terapia manuale risponde infatti con cambiamenti nel flusso sanguigno, variazioni della temperatura cutanea e con un effetto muscolare riflesso che di per sé porta alla diminuzione del dolore.

Ecco la ragione per la quale le relative tecniche permettono di avere ottimi risultati anche nella fase acuta della patologia, potendosi così, una volta per tutte, sfatare il falso mito che in fase acuta non convenga intervenire.
Ovviamente, tutto dipende dall’esperienza e dall’esperienza del professionista al quale ci si rivolge. La maggior parte delle tecniche di medicina manuale sono, infatti, altamente specialistiche; richiedono nozioni, competenze ed alti livelli di preparazione.

Non a caso, prima di effettuare un qualsiasi trattamento è sempre necessario eseguire un’accurata anamnesi e un attento esame diagnostico obiettivo, integrati, se necessario, da un esame radiografico.