LESIONI MUSCOLARI la Riabilitazione al CMR di Bologna

Rivista di Medicina Fisica e Riabilitazione – Il Trattamento Manuale delle Lesioni Muscolari – Dott. Giuseppe Canonaco, L.M. Vallone – Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione, Specialista in Medicina dello Sport, Fisioterapista

Il Trattamento Manuale delle Lesioni Muscolari

Gli autori descrivono come le modalità di trattamento delle lesioni muscoloscheletriche si siano notevolmente modificate in questi ultimi anni, infatti, si è passati da una immobilizzazione assoluta ad una mobilizzazione precoce, i cui benefici sono ben noti. Gli autori pertanto sottolineano l`importanza della terapia manuale ed in particolar modo del massaggio frizione trasverso nel trattamento delle lesioni muscolari e tendinee.

Premessa

Il tessuto muscolare è costituito da cellule conosciute con la denominazione di fibre muscolari a causa della loro conformazione stretta e piuttosto allungata. Il tessuto muscolsare possiede una componente cospicua di tessuto connettivo che rifornisce le cellule muscolari dei composti nutritivi necessari per il loro metabolismo e ne facilita la contrazione costituendo un`imbrigliatura ininterrotta di tessuto connettivo.

Sebbene i muscoli scheletrici siano dotati di una certa capacità di rigenerare, la guarigione di lesioni cospicue dei ventri muscolari avviene in gran parte per la formazione di tessuto cicatriziale. Un tessuto cicatriziale disorganizzato altera la capacità funzionale ed opera come una barriera fisica che si oppone alla rigenerazione delle fibre muscolari..

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Fattori che influenzano la guarigione della lesione muscolare.

Un danno causa la rottura dell`unità strutturale del tessuto connettivo. Le diverse fasi di guarigione del tessuto connettivo non sono separate ed ognuna si concatena all`altra con una risposta che innesca la successiva fino a che la lesione è sostituita da tessuto cicatriziale. Pertanto la fase infiammatoria prepara la sede di lesione alla fase di riparazione e la fase di rimodellamento provvede alla forma definitiva del tessuto.

La fase infiammatoria (dal 1° al 5° giorno dal trauma).

La reazione infiammatoria iniziale induce modificazioni vascolari e cellulari, tutti i fenomeni vascolari sono responsabili dei segni classici dell`infiammazione: calor, rubor. tumor, dolor e laesa functio. Il secondo momento della fase infiammatoria è la fagocitosi; infatti, nelle modificazioni cellulari i macrofagi aumentano di molto durante i primi 3-4 giorni e fagocitano qualsiasi sostanza con cui entrano in contatto, pulendo la ferita e preparandola alla successiva fase di riparazione.

I principi di trattamento chiamati RICE (Rest, Ice, Compression and Elevation) che utilizzano il riposo, il ghiaccio, la compressione e la postura declive nei primi 2-3 giorni dal danno possono contribuire a controllare il calore, il gonfiore ed il dolore ma non ad abolire il processo infiammatorio. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) modificano la risposta antinfiammatoria, riducono il dolore e la temperatura inibendo la produzione di prostaglandine ritardando cosi la guarigione. E’ più appropriato permettere alla naturale risposta infiammatoria di procedere utilizzando solo analgesici come il paracetamolo per il controllo del dolore.

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Inoltre un massaggio di frizione blando associato ad una mobilizzazione cauta sposta il liquido tissutale ed aumenta la possibilità di contatto dei macrofagi con i detriti cellulari promuovendo la guarigione. Metodi fisici o elettroterapici che hanno quest`effetto, come il ghiaccio e gli ultrasuoni sono un`aggiunta appropriata nei primi giorni dal trauma.

Fase di riparazione (dal 5° al 21° giorno).

Non appena il processo infiammatorio diminuisce d’intensità, il fibroblasto diventa la cellula dominante nella riparazione producendo il collagene e la sostanza basale amorfa che provvede a solidificare la ferita tramite formazione di legami crociati; una volta che i fibroblasti sono stimolati a produrre collagene, si verifica una rapida contrazione della ferita.

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Inizialmente la formazione delle fibre collagene è casuale, il numero delle fibre collagene e la forza tensile della ferita aumentano sostanzialmente durante le prime settimane dopo il danno. Fase di rimodellamento (dalla terza settimana in poi). Ciò che assicura la struttura finale del tessuto cicatriziale è il processo di sintesi e degradazione del collagene e l`orientamento delle fibre.

Nella fase di rimodellamento le nuove fibre collagene tentano di assumere le caratteristiche fisiche del tessuto che stanno rimpiazzando; questo processo inizia effettivamente circa 21 giorni dopo il trauma. Il tessuto cicatriziale iniziale è debole e immaturo ed inoltre le fibre sono orientate in tutte le direzioni su diversi piani. Il rimodellamento permette a queste fibre disposte casualmente di riarrangiarsi secondo un orientamento sia lineare sia laterale.

Durante questa fase un massaggio di frizione ed una mobilizzazione entro il limite del dolore sono adatti a mantenere lo scorrimento del tessuto cicatriziale immaturo e a promuovere l`allineamento delle fibre. Un`anormale ed eccessiva formazione di tessuto cicatriziale può risultare in una cicatrice ipertrofica o cheloidea.

La cicatrice ipertrofica si sviluppa quando si deposita un`eccessiva quantità di collagene all`interno dell`originale sede di ferita; la cicatrice cheloidea comporta un deposito eccessivo di collagene nel tessuto circostante la cicatrice. L`eccessiva produzione di tessuto cicatriziale nelle strutture connettivali può dar luogo alla formazione di aderenze sia all`interno della struttura in guarigione sia nel tessuto circostante; tutto ciò ovviamente impedisce il ripristino della funzione e causa dolore. In una lesione muscolare dove si è formato un eccessivo tessuto cicatriziale, il massaggio frizione trasverso profondo è applicato per mobilizzare il tessuto cicatriziale esistente. Nel caso di persistenza della cicatrice esuberante si consiglia effettuare un`altra tecnica manuale: la fibrolisi (manuale o tramite fibrolisori); in genere si eseguono 3-4 sedute a cadenza settimanale.

Riassunto

Fase infiammatoria acuta precoce

–  Riposo relativo;
–  RICE;
–  Cauto massaggio di frizione trasversale; –  –  –  Mobilizzazione cauta all’interno del range consentito dal dolore.

Riparazione

–  Graduale aumento del movimento funzionale (quando nella ferita ci sia una sufficiente forza tensile al movimento opposto);
–  Graduale aumento nella profondità del massaggio di frizione trasversale;
–  Graduale aumento del range di mobilizzazione.

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Rimodellamento

–  Ritorno a stress meccanici normali per generare l`effetto piezoelettrico, che incoraggia l`allineamento delle fibre;
–  Un più profondo massaggio di frizione trasversale per prevenire gli eccessivi legami crociati.

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Il massaggio frizione trasverso

Il massaggio frizione trasverso è un tipo particolare di massaggio del tessuto connettivo che è impiegato per il trattamento dei muscoli ma anche dei tendini e legamenti. La tecnica consiste nella manipolazione dei tessuti molli usando vari gradi di forza.

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Purtroppo il massaggio frizione profondo è una tecnica che spesso è stata insegnata a molti terapisti o medici senza precise indicazioni sulle specifiche lesioni da trattare, di conseguenza questa tecnica è considerata molto dolorosa per il paziente e faticosa per il terapista.

Il massaggio frizione trasverso può essere variato in intensità a seconda che si tratti di lesioni acute o croniche perciò si parlerà di massaggio frizione trasverso superficiale e profondo. Il massaggio frizione trasverso superficiale applicato in una fase iniziale di infiammazione, a causa di un`agitazione dei fluidi tissutali che può determinare l`aumento dell`indice di fagocitosi. Questo tipo di trattamento va applicato nel primo o secondo giorno dopo la lesione, prima che sia iniziata la formazione del tessuto di cicatrizzazione, a patto che sia graduato in modo adeguato per evitare eccessivi sanguinamenti o perturbamenti del processo di guarigione della ferita.

Nella fase infiammatoria cronica, il massaggio frizione trasverso profondo produce effetti terapeutici che limitano e mobilizzano le aderenze. Questo tipo di trattamento, se correttamente applicato, produce un effetto analgesico grazie alla vasodilatazione e ad un aumento del flusso sanguigno che facilita l`asportazione di sostanze irritanti chimiche responsabili dell`induzione del dolore ed il trasporto di sostanze oppiacee endogene. Infatti, si pensa che un durevole sollievo dal dolore avvenga per mezzo dell`inibizione prodotta da sostanze oppiacee endogene tramite controlli inibitori degli stimoli dolorosi; queste sostanze sono neurotrasmettitori inibitori che diminuiscono l`intensità del dolore trasmesso ai centri più alti. Il massaggio frizione trasverso riduce il dolore grazie alla stimolazione dei meccanocettori a bassa soglia presenti nella cute che riducono l`eccitabilità delle terminazioni nocicettive tramite inibizione presinaptica “chiudendo il cancello`” al dolore.

Principi di applicazione del massaggio frizione trasverso

Il massaggio frizione trasverso dovrebbe essere applicato nel punto esatto della lesione e va sempre eseguito trasversalmente secondo l’orientamento longitudinale delle fibre delle strutture da trattare, deve essere applicato con giusta intensità così da raggiungere e dare i benefìci desiderati al tessuto danneggiato. Eseguendo questa tecnica con una certa gradualità si evita di provocare dolore, dapprima viene esercitata una pressione verso la profondità dei tessuti che viene mantenuta mentre viene eseguito il movimento trasverso.

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Nelle lesioni croniche, una volta raggiunta una certa ipoestesia a livello della lesione, il massaggio frizione trasverso profondo va eseguito per 10 minuti e va ripetuto dopo un intervallo di almeno 48 ore. Nelle lesioni acute, il massaggio frizione trasverso superficiale va eseguito quotidianamente e la durata del massaggio è empirica: alcuni medici riportano buoni risultati con tempi di applicazione lunghi. Per quanto riguarda invece le controindicazioni, sappiamo che il massaggio frizione trasverso non va mai eseguito nell`artrite reumatoide o altre artriti, nei pazienti con cute delicata (almeno per i neofiti) e nei pazienti in trattamento con terapia anticoagulante.

Conclusioni

Dal 1998 presso il centro di medicina riabilitativa di Castrolibero (Cosenza) stiamo applicando il massaggio frizione trasverso nel trattamento delle lesioni muscolari di centinaia di atleti con la progressione e la gradualità sopra descritta e sin dai primi giorni dal trauma. Questo tipo di terapia in questi anni ci ha permesso non solo una guarigione più veloce ed una ripresa più rapida dell`attività sportiva ma anche un`assenza completa della formazione di cicatrici ipertrofiche, cheloidee e aderenze che invece risultano essere una complicanza molto frequente negli atleti trattati classicamente senza l`applicazione del massaggio frizione trasverso: abbiamo evidenziato inoltre una totale riduzione delle recidive.

Pertanto concludiamo ritenendo la terapia manuale ed in particolare il massaggio frizione traverso non la panacea per tutte le lesioni muscolari ma sicuramente un`arma terapeutica importante in mano ai fisioterapisti per una migliore efficacia ed un miglior risultato nel trattamento delle lesioni muscolari.

Contattateci per fissare un appuntamento per la cura delle lesioni muscolari a Bologna presso il CMR di Via Corticella 89/2 (di fronte all’ippodromo Arcoveggio)